Per il paziente con malattia renale cronica (MRC) gli inibitori del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAASi) sono importanti in quanto, riducendo l’escrezione urinaria di proteine, riducono il rischio di progressione verso la malattia renale terminale (ESRD)1
Tuttavia, i pazienti che iniziano la terapia con RAASi sono ad alto rischio di sviluppare iperkaliemia (HK)1
L’HK è un fattore di rischio di ESRD, morte ed aritmie.1 Studi di sopravvivenza hanno dimostrato che la relazione tra valori di potassiemia e mortalità segue un andamento a J. Pertanto, anche minime alterazioni della potassiemia pongono il paziente a rischio aumentato di sviluppare variazioni del K+ ancora maggiori, e pertanto letali1
Elaborazione grafica da Fig. 3 Ref. 2
• Maggiori tassi di mortalità erano osservati per livelli di K+ ≥4,5 mEq/L2
• I tassi di aritmia ventricolare o arresto cardiaco erano maggiori per livelli di K+ ≥5,0 mEq/L 2
Da uno studio di coorte emerge che i pazienti con MRC con HK, il rischio di incorrere in almeno un evento di ospedalizzazione acuta è del 34% entro i sei mesi precedentil’evento di HK, raggiungendo il 57% durante isei mesi successivi3
Esiti clinici dell’HK nei pazienti con MRC3
Elaborazione grafica da Fig. 3 e dati testuali Ref. 3
Durante il periodo di tempo considerato, il rischio relativo di qualsiasi diagnosi ospedaliera cardiaca aumenta dal 17% al 30% [RR 1,89; IC 95% 1,84-1,94], e dal 2,1% al 12%per quanto riguarda i ricoveri in terapiaintensiva [RR 6,45; IC 95% 6,03-6,91]3
Valori di potassiemia >5 mmol/L devono essere considerati patologici nella MRC e richiedono un accurato monitoraggio con implementazione delle strategie terapeutiche finalizzate a mantenere il range ottimale (4,0-4,5 mmol/L) 1
Nei pazienti MRC con HK da lieve a moderata (5,0-6,0 mmol/L) il rischio di sviluppare ESRD aumenta del 30% nel corso di 12 mesi, indipendentemente dal peggioramentodel eGFR4
Il rischio di insorgenza di ESRD aumenta in maniera significativa del 57% quando la comparsa/persistenza dell’HK è associata a mancanza o interruzione della terapia RAASi4
Il dosaggio di RAASi viene modificato più frequentemente in seguito a HK moderata-severa (≥5,5 mmol/L)*5
* 1 mmol/L = mEq/L
°Dosaggio indicato per il trattamento della patologia5
# Dosaggio inferiore al dosaggio indicato per il trattamento della patologia5
Elaborazione grafica da Fig. 1 Ref. 5
I pazienti che, dopo aver iniziato il trattamento con RAASi, sviluppano HK generalmente sospendono o riducono il trattamento.1 Questo duplice meccanismo porta i pazienti ad avere un aumentato rischio di eventi sfavorevoli sia per l'HK sia per la mancata assunzione di farmaci nefroprotettivi. 1
¶ Studio prospettico su 2.443 pazienti con MRC non HD provenienti da 46 centri di nefrologia, con età media 65 ± 15 anni e eGFR 35 ± 17 mL/min/1,73m2 - Monitoraggio deiparametri durante due visite a distanza di 12 mesi, e stratificati in base a quattro categorie di HK: assente, risolta, comparsa,persistente - sHR (sub-distribution HR) e IC95% stimati tramite analisi multivariata Fine-Grey4
Pazienti con MRC in emodialisi cronica
L’HK rimane una condizione fortemente prevalente nei pazienti nefropatici in dialisi cronica (HD), e rappresenta un fattore di rischio importante per eventi avversi e mortalità6 In Italia, il 33% dei pazienti in HD raggiunge picchi di potassiemia >6 mmol/L6
Elaborazione grafica da Fig. 4B e Tab. 5 Ref. 7
# Dato calcolato dall’hazard ratio in Tab. 5 Ref. 7
In conclusione:
• L’HK è un fattore di criticità che limita la terapia con RAASi nei pazienti con MRC, suggerendo che questi pazienti potrebbero trarre beneficio da trattamenti mirati e duraturi volti alla riduzione dei livelli di K+ nel tempo8
• In pazienti in emodialisi cronica, picchi di K+ sierico >5,5 mEq/L sono associati ad un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause e di ospedalizzazione. Il controllo ottimale del K+ sierico nel tempo dovrebbe essere considerato per il miglioramento dell’outcome terapeutico in questi pazienti6
Bibliografia
© AstraZeneca – IT-7793