Sindrome coronarica acuta

La natura dinamica della coronaropatia (coronary artery disease – CAD) si traduce in varie presentazioni cliniche, che possono essere classificate come sindromi coronariche acute (SCA) o sindromi coronariche croniche (SCC).1

La patologia

Il termine SCA si riferisce a qualsiasi gruppo di sintomi clinici compatibili con ischemia miocardica acuta e copre lo spettro di condizioni cliniche che vanno dall'angina instabile (AI) all'infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST (NSTEMI) all’infarto del miocardio con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI)2

Le manifestazioni cliniche delle sindromi coronariche acute sono varie. Si va dall'arresto cardiaco, a instabilità elettrica o emodinamica con shock cardiogeno dovuta a ischemia a complicazioni meccaniche come grave rigurgito mitralico, fino a pazienti che risultano asintomatici al momento della visita.3 In generale, il sintomo principale che dà inizio alla cascata diagnostica e terapeutica nei pazienti con sospetta SCA è un fastidio toracico acuto descritto come dolore, pressione, senso di oppressione e bruciore, a cui possono accompagnarsi dispnea, dolore epigastrico e dolore al braccio sinistro.3

Epidemiologia

Eziopatogenesi e fisiopatologia

La patogenesi della SCA comporta un'interazione intricata tra endotelio, cellule infiammatorie e trombogenicità del sangue. Lesioni coronariche angiografiche non critiche (<50% stenosi nel diametro del vaso) possono essere associate alla progressione dell'occlusione verso una forma grave o totale e possono rappresentare fino a due terzi dei casi di SCA.2 L'aterosclerosi è il processo in corso di formazione della placca che coinvolge principalmente le arterie di grandi e medie dimensioni; la condizione progredisce per tutta la vita di una persona, prima di manifestarsi come un evento ischemico acuto.2 Diversi fattori di rischio influenzano questo processo, tra cui ipercolesterolemia, ipertensione, diabete e fumo, danneggiando l'endotelio dei vasi sanguigni e determinando una disfunzione endoteliale, che svolge un ruolo fondamentale nell'iniziare il processo aterosclerotico.2

Dopo un danno endoteliale i monociti migrano nel subendotelio e si convertono in macrofagi attivati, i quali digeriscono le LDL trasformandole in cellule schiumose e formando la placca adiposa.2 La rottura di una placca è la causa di circa il 75% degli infarti miocardici fatali. Infatti, questa viene esposta al sangue circolante portando all'adesione e all'aggregazione piastrinica e alla successiva formazione di un trombo, con conseguente diminuzione del flusso sanguigno miocardico e/o embolizzazione distale e successiva necrosi miocardica. 2,3

Diagnosi

L’algoritmo diagnostico nella SCA comprende una valutazione iniziale che si basa sull'integrazione di caratteristiche a bassa e/o alta probabilità derivate dal contesto clinico (cioè sintomi, segni vitali), dall'ECG a 12 derivazioni e dalla concentrazione di troponina cardiaca.3

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