Il fegato adempie a funzioni importanti
Il fegato adempie a funzioni importanti
L’unità funzionale del fegato è il lobulo epatico, costituito da cellule epiteliali (epatociti e colangiociti) e cellule non parenchimali (cellule immunitarie, cellule endoteliali e cellule stellate epatiche).6 Gli epatociti costituiscono il 70% della massa epatica6 e sono la sede di inizio del carcinoma epatocellulare (HCC), la forma più comune di tumore primitivo del fegato.1
Più raramente le manifestazioni tumorali primitive a carico del fegato possono originare in sedi distinte, differenziandosi in:
L’HCC costituisce, globalmente, il 90% dei casi di carcinomi primitivi del fegato e rappresenta il sesto tumore più diffuso al mondo.1 La sua incidenza varia nelle diverse aree del mondo e le differenze geografiche riflettono la distinta esposizione ai fattori di rischio che sono alla base dell’insorgenza della patologia.7
I tassi di incidenza e mortalità più elevati si osservano in Asia orientale e Africa, ciò è dovuto al fatto che in queste regioni vi è una maggiore incidenza di epatite virale (principalmente HBV), fattore di rischio noto per l’insorgenza di carcinoma epatocellulare.1
In Europa, l’HCC ha una prevalenza complessiva di 15 casi su 100.000 nella popolazione generale e un’incidenza di 3,221 nuovi casi su 100.000.8
Secondo le proiezioni, i tassi di incidenza del cancro al fegato aumenteranno a livello globale entro il 2030.9
Tassi di incidenza di tumore epatico in relazione all’area geografica
Elaborazione grafica da Rif. 10.
L’infiammazione sostenuta rappresenta un fattore chiave nello sviluppo di HCC. Più del 90% dei casi si verifica, infatti, in presenza di una malattia epatica cronica.1 Nella maggior parte dei pazienti lo sviluppo del tumore al fegato è preceduto da cirrosi epatica e/o epatite cronica.1 Pertanto i pazienti affetti da cirrosi epatica o HBV sono considerati ad alto rischio e devono essere sottoposti a regimi di sorveglianza e screening al fine di garantire una diagnosi precoce.1
Molteplici fattori di rischio concorrono all’eziologia dell’HCC
Nelle sue fasi iniziali il carcinoma epatocellulare è asintomatico.7 La maggior parte dei pazienti si presenta quando la malattia è in fase avanzata e provoca sintomi.
Il 90-95% dei pazienti con carcinoma epatocellulare presenta una triade di dolore al quadrante superiore destro, massa palpabile e perdita di peso.14
Altri sintomi possono includere:7
Le circostanze in cui viene posta la diagnosi di HCC differiscono tra i pazienti con o senza la diagnosi accertata di cirrosi epatica (per questi viene posta in essere la sorveglianza oncologica).12
In generale la diagnosi di HCC si basa sui seguenti esami:
La stadiazione
Dopo aver formulato la diagnosi è necessario stadiare la patologia per poter valutare la prognosi e definire l’approccio terapeutico più adeguato.11 Sebbene non esista un sistema universalmente accettato, la classificazione BCLC (Barcelona Clinic Liver Cancer) è uno dei metodi più utilizzati per la stadiazione del carcinoma epatocellulare.11 L’algoritmo BCLC integra le informazioni relative a carico tumorale, performance status (PS) e funzionalità epatica (Child-Pugh), restituendo la correlazione tra stadi di malattia e modalità di trattamento.15
Nello stadio iniziale i pazienti con sufficiente parenchima epatico funzionante possono essere sottoposti a trattamento chirurgico. Negli stadi intermedi sono indicati trattamenti ablativi locali con radiofrequenza e di chemio-embolizzazione attraverso catetere arterioso (TACE). Negli stadi avanzati di malattia, laddove sussista una buona funzionalità epatica i pazienti possono essere sottoposti a terapia sistemica.15
Sistema Barcelona Clinic Liver Cancer16
Sulla base della molteplicità degli approcci terapeutici disponibili e della complessità dei trattamenti, la scelta terapeutica per un pazienti con HCC, andrebbe sempre condivisa nell’ambito di un team multidisciplinare con il contributo del chirurgo epatico, del radiologo, del radiologo interventista, del radioterapista oncologo, dell’epatologo, dell’anatomopatologo e dell’oncologo medico.11
I team multidisciplinari assicurano che il paziente riceva un’assistenza ottimale basata sulle migliori pratiche e sulle linee guida evidence-based16
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