I fattori di rischio della BPCO

 

La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è una malattia infiammatoria cronica che colpisce bronchi e polmoni, caratterizzata da sintomi respiratori persistenti e da una ostruzione delle vie aeree.

La causa è da ricercarsi in più fattori che possono essere sia individuali che ambientali.2A Anche per chi soffre già di BPCO, sono stati individuati dei fattori di rischio correlati a un aggravamento della patologia. Vediamo insieme quali sono i fattori di rischio della BPCO.

 

Fattori di rischio individuali

Predisposizione genetica

Il deficit di alfa1-antitripsina risulta di particolare rilievo tra i fattori genetici. È una condizione ereditaria piuttosto rara che porta alla carenza di una proteina epatica (alfa1-antitripsina) che ha la funzione di proteggere i polmoni.

 

Familiarità

Si riscontra una maggiore tendenza ad ammalarsi di BPCO quando si ha un familiare che soffre o ha sofferto della stessa patologia.

 

Età

Avere più di 40 anni può diventare un fattore di rischio per la BPCO quando ne sono presenti anche altri, come il tabagismo.

 

Altre patologie

Aver sofferto di infezioni a livello dell’apparato respiratorio durante l’infanzia aumenta la possibilità di ammalarsi di BPCO in età adulta, soprattutto se si è o si è stati fumatori. Anche altre patologie respiratorie complesse possono contribuire allo sviluppo della malattia, come l’ipersensibilità bronchiale, la tubercolosi e l’asma. In particolare, 1 persona con BPCO su 5 soffre anche di asma. Tra le patologie considerate come fattori di rischio si annovera l’HIV.

 

Fattori di rischio ambientali

 

Fumo di tabacco

Il fumo di tabacco, in particolare quello di sigaretta, costituisce il principale fattore di rischio della broncopneumopatia cronica ostruttiva. Le fumatrici hanno una probabilità di morire di BPCO circa 13 volte superiore rispetto alle donne che non hanno mai fumato, mentre i fumatori maschi hanno un rischio circa 12 volte maggiore rispetto agli uomini non fumatori.
Il fumo accelera e accentua il declino fisiologico della funzionalità respiratoria: l’entità del danno broncopolmonare è direttamente proporzionale alla quantità globale di sigarette fumate durante la vita.

 

Il tabagismo influenza anche la predisposizione altrui: non solo avere la madre fumatrice è un importante fattore di rischio, ma anche il fumo passivo può contribuire parzialmente allo sviluppo della malattia, in quanto comporta l'inalazione di diossido di carbonio (CO2) e polveri sottili.

 

Smettere di fumare comporta dei vantaggi sia a breve che a lungo termine. Non solo incrementa la funzionalità polmonare e i valori di diossido di carbonio ritornano a livelli normali entro 24 ore, ma migliora anche la sintomatologia. Si ha una minore predisposizione alle infezioni polmonari, diminuisce la probabilità sia di essere ricoverati in ospedale sia di sviluppare un tumore polmonare (un rischio maggiore nei pazienti con BPCO).

 

Esposizione professionale a sostanze nocive

L’esposizione professionale a sostanze nocive (polveri, fumi e sostanze chimiche) è un fattore di rischio per la BPCO e, in particolare, sono maggiormente predisposte alcune categorie di lavoratori: edili, metallurgici, addetti alla lavorazione di cotone e carta e coltivatori di grano.

 

Inquinamento

L’inquinamento atmosferico è una delle cause della BPCO, sebbene in minor misura rispetto al fumo. Persino piccoli aumenti della concentrazione di inquinanti atmosferici (polveri, ossidi di azoto o di zolfo) possono determinare un aumento della mortalità e dei ricoveri ospedalieri, soprattutto negli anziani.

 

L’inquinamento degli ambienti interni rappresenta un rischio maggiore per le persone già affette da malattie polmonari, le quali di norma passano più tempo in ambienti chiusi: oltre al già citato fumo passivo, responsabile dell’aumento del particolato, anche la presenza di stufe, cucine a gas o cherosene comporta un aumento degli ossidi di azoto.
L’esposizione all’inquinamento interno per giorni o settimane può causare irritazioni della gola e tosse, mentre gli effetti di un’esposizione prolungata possono manifestarsi anche a distanza di anni

 

Tenore socio-economico

Il livello socio-economico determina la probabilità di ammalarsi di BPCO, in modo tanto più grave quanto peggiori sono le condizioni di vita. Si ritiene che ciò incida su fattori come nutrizione, sovraffollamento degli ambienti e inquinamento atmosferico.

 

Dieta sbilanciata

Un aumento del rischio di BPCO si riscontra sia in chi segue una dieta povera di frutta e verdura (a causa della diminuzione dell’introito di antiossidanti) sia in chi abusa di alcool.

 

BPCO fattori di rischio progressione

 

Nei pazienti con BPCO, i fattori di rischio che influiscono sulla progressione della patologia includono:

  • comorbilità (soffrire di altre patologie concomitanti);
  • influenza e infezione da pneumococco;
  • fumo: continuare a fumare quando si è malati di BPCO aumenta il rischio di esacerbazioni e di morte, anche per altre cause come il cancro e le malattie cardiovascolari;
  • scarsa attività fisica: durante lo sforzo fisico, le persone con BPCO accusano mancanza di respiro, tanto maggiore quanto più è grave la patologia. Siccome negli stadi avanzati persino le attività considerate semplici (come vestirsi o fare la doccia) possono diventare difficoltose, i pazienti tendono a limitare l’esercizio fisico per non rimanere senza fiato. Questo instaura un circolo vizioso. La diminuzione dell’allenamento porta, inoltre, a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari e obesità che possono aggravare la BPCO. La riabilitazione polmonare basata sull’esercizio fisico è dunque una parte importante della gestione della BPCO: migliora la qualità della vita, la resistenza allo sforzo e riduce i ricoveri ospedalieri;
  • sovrappeso/obesità: diversi studi hanno dimostrato una forte associazione tra sovrappeso/obesità e maggiore prevalenza di BPCO. Nonostante ci siano poche prove che un aumento del peso possa essere annoverato tra le cause, l’obesità rimane un fattore di rischio per la dispnea (mancanza di respiro), che può contribuire ai sintomi della malattia e ridurre la funzionalità polmonare (capacità dei polmoni di scambiare ossigeno col sangue). L’obesità lieve, invece, sembra essere un fattore protettivo dal rischio di morte per il paziente che ha già la BPCO, specialmente se in forma grave, in quanto il 14% circa va incontro a una sostanziale perdita di peso dovuta all’infiammazione associata alla malattia.

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