La diagnosi clinica di BPCO si basa su un approccio multidisciplinare che comprende essenzialmente anamnesi, esame obbiettivo e prove di funzionalità respiratoria¹.

La diagnosi può essere confermata in presenza di¹:

• Sintomi tipici: dispnea, tosse cronica, espettorazione,
• Evidenza spirometrica di ostruzione respiratoria non reversibile
• Rapporto FEV₁ (volume espiratorio forzato in 1 secondo) /FVC (capacità vitale forzata) < 0.7 persistente anche dopo bronco-dilatazione  
  

La gestione della BPCO comprende un regolare controllo clinico-funzionale ed un approccio terapeutico fondato su strategie farmacologiche e non farmacologiche. 

La gestione deve essere multidimensionale e considerare in modo prioritario il controllo dei fattori di rischio, l’educazione del paziente all’autogestione e alla tecnica inalatoria e il trattamento delle comorbidità¹. 

La terapia dovrebbe essere rivalutata ed aggiustata periodicamente in base alla risposta clinica ottenuta¹.

Lo scopo del trattamento è quello di ridurre i sintomi, minimizzare il rischio e la gravità delle riacutizzazioni e migliorare lo stato di salute e la tolleranza allo sforzo dei pazienti con BPCO¹.  Inoltre, recentemente sta prendendo forza il concetto che la terapia farmacologica possa avere un impatto anche sulla prognosi della BPCO¹⁸. Infatti, alcune triplici combinazioni inalatorie hanno dimostrato di ridurre la mortalità^19,20, effetto attribuito fino ad ora solo all’ossigeno terapia, alla sospensione del fumo e alla riduzione chirurgica del volume polmonare in casi selezionati ²¹. 

Questo assume particolare rilevanza dato che la BPCO rappresenta la terza più frequente causa di morte in Italia¹⁴.