Il carcinoma polmonare a piccole cellule (SCLC) rappresenta circa il 13%-15% di tutti i casi di carcinoma polmonare ed è una delle neoplasie più letali.1
Oltre alla rapida proliferazione, all'elevata vascolarizzazione e allo squilibrio apoptotico, è anche caratterizzata da una precoce diffusione metastatica, tale che due terzi dei pazienti si presentano alla diagnosi iniziale già con una disseminazione delle cellule tumorali al di fuori del torace.1
La gestione dei pazienti con SCLC varia sostanzialmente in base all'estensione della diffusione tumorale e alle condizioni cliniche del paziente (come ad esempio il PS).1
Nello SCLC la diffusione del tumore può essere classificata in base a due approcci di stadiazione:1
Nel tentativo di sincronizzare i due sistemi di stadiazione, le LG NCCN per lo SCLC identificano generalmente lo stadio limitato come SCLC in stadio I-III secondo il TNM, mentre lo stadio esteso come stadio IV del TNM.1
Diagnosi2
a Se si stabilisce uno stadio esteso, un'ulteriore valutazione della stadiazione è facoltativa e dipende dalla situazione clinica. Tuttavia, si raccomanda la risonanza magnetica per immagini dell'encefalo (preferibile) o la TC con contrasto.
b Il workup del SCLC deve essere accelerato, con studi eseguiti in parallelo quando possibile.
c Segni e sintomi del SCLC (SCL-A).
d Principi di revisione patologica (SCL-B).
e La RMN cerebrale è più sensibile della TC per l'identificazione delle metastasi cerebrali ed è preferibile.
f Se la FDG-PET/CT non è disponibile, per identificare le metastasi si può ricorrere alla scintigrafia ossea. La conferma patologica è raccomandata per le lesioni isolate o equivoche, se il loro coinvolgimento può modificare la gestione clinica.
g Il profilo molecolare completo attraverso il sangue, i tessuti o entrambi può essere preso in considerazione in rari casi, in particolare per i pazienti con SCLC in stadio esteso/recidivato che non fumano tabacco, fumano poco, hanno un'anamnesi remota di fumo, o hanno un dilemma diagnostico o terapeutico, o al momento della recidiva, se non è stato fatto in precedenza, perché può cambiare la gestione.
Elaborazione grafica da Fig. SCL-1, Rif. 2.
Ritardi diagnostici3
Il tempo totale dalla diagnosi al trattamento (TTT) nel tumore del polmone è spesso più lungo di quello raccomandato.3 La rapida progressione del tumore, associata a ritardi nella diagnosi, può portare a un deterioramento del Performance Status del paziente tale da non poter più offrire un approccio curativo.3
Giorni mediani di intervallo tra referral, diagnosi e trattamento stratificati per istologia (SCLC vs NSCLC) e intento di gestione del tumore3
Raccomandazioni dalle LG sui percorsi diagnostici nazionali norvegesi. Intervallo dal referral: dalla data di ricezione della lettera di invio alla prima consultazione nel reparto di pneumologia. Intervallo diagnostico: dalla data del primo consulto nel reparto di pneumologia alla data della riunione del MDT con decisione finale sul trattamento. Intervallo di trattamento: dalla data della riunione del MDT con decisione finale sul trattamento al primo giorno di trattamento.
*L'intervallo di trattamento consigliato è di 7 giorni per la chemioterapia.
**L'intervallo di trattamento consigliato è di 14 giorni per la chirurgia e la radioterapia.
Elaborazione grafica da Fig. 2 Rif. 3,
Il percorso del paziente4
Per favorire l’integrazione dei processi di cura è necessario attuare un sistema assistenziale dinamico, in grado di riequilibrare ruoli tra ospedale e territorio e garantire una più adeguata attenzione alle cure graduate.4 È quindi opportuno:4
Oggi sappiamo che la differenza in sopravvivenza e qualità della vita dei malati oncologici è legata a numerosi fattori tra cui competenze professionali (team chirurgico e specialistico dedicato, volumi di attività), disponibilità di tecnologia e facilities, di gruppi multidisciplinari che condividano le scelte negli snodi decisionali del percorso di cura, di nuovi farmaci e trial clinici, erogazione di terapie di supporto, cure simultanee, palliative e riabilitative.4
Nel tumore al polmone la gestione multidisciplinare ha aumentato l'aderenza alle linee guida nazionali e internazionali e accorciato significativamente l'intervallo tra la diagnosi e il trattamento.5
A causa della complessità del processo diagnostico e dell'alta prevalenza di pazienti con scarso PS, comorbidità e sintomi correlati alla malattia, l’approccio MDT dovrebbe essere implementato sin dalle prime fasi, per consentire l'introduzione di adeguate procedure diagnostiche e di stadiazione, di test molecolari e di cure specialistiche.5
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