In Italia l'incidenza del tumore prostatico mostra una variazione geografica con una riduzione pari a -25% di casi diagnosticati nelle regioni del Sud rispetto a quelle del Nord. Queste disparità, oltre alle variazioni nell'uso del PSA come strumento di screening, sono probabilmente attribuibili alle diverse abitudini di vita, inclusa l'alimentazione e la minor assunzione di sostanze protettive come gli antiossidanti.5
Il tumore alla prostata in Italia
L'origine del carcinoma prostatico è senza dubbio multifattoriale, risultante da una complessa interazione tra fattori genetici di suscettibilità, responsabili della familiarità e delle differenze di incidenza tra gruppi etnici, e fattori ambientali come la dieta e gli agenti cancerogeni presenti nell'ambiente.6
Per quanto riguarda la familiarità, il rischio di sviluppare il carcinoma prostatico è almeno raddoppiato se un parente di primo grado è affetto dalla malattia.6
Circa il 12% dei pazienti affetti da carcinoma prostatico in fase metastatica è portatore di mutazioni germinali a carico di geni coinvolti nella riparazione del DNA, più frequentemente a livello del gene BRCA2.1
Il carcinoma della prostata è frequentemente associato anche a mutazioni somatiche, ossia mutazioni non ereditarie. Circa il 19% delle neoplasie prostatiche localizzate presentano mutazioni somatiche nei geni coinvolti nel riparo del DNA. Questa percentuale sale al 23% nei casi di neoplasie metastatiche in fase di resistenza alla castrazione. La maggior parte di queste mutazioni interessa i geni BRCA2 e ATM.1
Le mutazioni ereditarie di BRCA si associano a un maggior rischio di sviluppare diversi tipi di carcinoma (mammella, ovaio, prostata e altro).7
Ricercare le mutazioni nei geni HRR è importante per prendere decisioni terapeutiche.8
Nella sua fase iniziale, il carcinoma della prostata di solito non presenta sintomi evidenti.3 Molti dei sintomi che possono verificarsi sono in realtà correlati all'ipertrofia prostatica benigna, una condizione che è spesso collegata al tumore prostatico.1
Tuttavia, con il progredire della patologia a livello locale o regionale, possono comparire delle manifestazioni.3 Nelle fasi più avanzate, poiché le metastasi ossee sono tra le prime a verificarsi, è comune sperimentare dolore osseo, soprattutto nella regione del rachide.3
Segni e sintomi del tumore prostatico
*Nelle fasi avanzate della patologia
La diagnosi di carcinoma prostatico si basa essenzialmente su:
Elaborazione grafica da testo, Rif. 6
Ad oggi il test di screening più adatto per la neoplasia prostatica è il dosaggio del PSA.1 Tuttavia, è importante considerare che una parte significativa dei casi diagnosticati potrebbe non svilupparsi clinicamente nel corso della vita, in parte a causa della natura indolente di questa malattia.1 Pertanto, la maggior parte delle linee guida non raccomandano l’adozione di politiche di screening di popolazione.6 Il dosaggio del PSA rimane un utile strumento da utilizzare durante la visita medica per la diagnosi differenziale di carcinoma prostatico in caso di sospetto clinico.1
Il trattamento del carcinoma della prostata può variare in base all'estensione e all'aggressività del tumore, nonché alle aspettative del paziente e alla sua speranza di vita. È importante considerare anche eventuali comorbidità che possono rappresentare un rischio di morte maggiore rispetto al tumore stesso.6
ADT: terapia di deprivazione androgenica; DHT: diidrotestosterone; ER: esplorazione rettale; PSA: antigene prostatico specifico.
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