Sfide per la prevenzione e la gestione della malattia renale nel paziente con diabete di tipo 2

La malattia renale diabetica rappresenta una delle complicanze comuni del diabete, porta a una sostanziale riduzione della qualità di vita del paziente e aumenta il rischio di decesso prematuro. Quasi la metà dei pazienti con diabete mellito di tipo 2 (DMT2) risulta affetta da questa condizione. Tuttavia, solo una piccola percentuale di questi pazienti riceve cure ottimali volte a prevenire la progressione della malattia renale e a limitare le conseguenze cardiovascolari e renali.

Vista la natura complessa della gestione del diabete e della malattia renale, è necessario un approccio di cura olistico, centrato sul paziente e sull’intervento di un team multidisciplinare, composto da diversi professionisti, che possa sia prendere in carico il paziente che aiutarlo a ridurre il rischio di sviluppare la malattia o prevenirne le complicanze.

 

Malattia renale diabetica e DMT2

La malattia renale diabetica (DKD) nei pazienti con DMT2 comprende la nefropatia diabetica e anche una serie di alterazioni dovute ad altre cause come l'invecchiamento, l'ipertensione o l'obesità. Questo è probabilmente il motivo per cui si osserva più frequentemente la DKD nei soggetti con DMT2. Poiché molteplici fattori di rischio giocano un ruolo nella patogenesi della DKD e nelle sue conseguenze cardiovascolari (CV), il controllo del glucosio non è sufficiente per prevenire gli endpoint renali e cardiovascolari della patologia.

Pertanto, la gestione del rischio di cronicizzazione è essenziale, insieme a una buona regolazione glicemica, per prevenire l’insorgenza e la progressione della DKD e per ridurre gli eventi cardiovascolari prematuri nei pazienti con diabete.

 

Strategie per la prevenzione della malattia renale diabetica

Esistono alcuni problemi nell’attuale pratica di gestione del diabete che coinvolgono lo screening della DKD, l’ottimizzazione della terapia, l’invio tempestivo di pazienti al corretto specialista di riferimento e la gestione dei fattori di rischio e delle complicanze. È importante provare a superarli per ottimizzare la gestione dei pazienti affetti da DKD e prevenirne gli esiti gravi.

 

Strategie per il paziente

Maggiore è il livello di istruzione dei pazienti, migliore sarà il raggiungimento degli obiettivi terapeutici. I pazienti con diabete e le loro famiglie dovrebbero essere informati sulle possibili conseguenze del diabete, sugli effetti collaterali dei farmaci e sulle modalità di gestione delle complicanze acute e croniche.

Poiché l’adesione a uno stile di vita salutare è l’elemento chiave per la prevenzione, tutti i pazienti dovrebbero essere incoraggiati a mangiare sano, fare esercizio fisico e smettere di fumare. Inoltre, sarebbe ideale che ai pazienti vengano suggeriti dei riferimenti come siti web e pagine di social autorevoli, i quali devono essere progettati per fornire informazioni basate sull’evidenza, comprensibili e imparziali sul diabete e sulle sue complicanze.

 

Strategie per il clinico

La prevalenza del diabete è notevolmente aumentata negli ultimi decenni. Pertanto, i nuovi medici dovrebbero essere ben istruiti su quanto riguarda la corretta diagnosi e la gestione della patologia. Inoltre, sarebbe ideale aderire regolarmente a corsi post-laurea, iniziative o programmi specifici per migliorare le informazioni e l’esperienza di chi lavora nel settore.

 

Strategie per migliorare l'assistenza sanitaria

A livello di assistenza sanitaria, per aumentare il tempo da dedicare a ciascun paziente e istruirlo al meglio, dovrebbero essere istituiti team sanitari multidisciplinari, composti da medici, infermieri, dietisti, podologi e assistenti sociali qualificati. Dovrebbero essere implementati anche dei registri sanitari elettronici intelligenti non solo per archiviare i dati ma anche per avvisare i medici quando effettuare lo screening per la DKD, come applicare le terapie più appropriate e quando indirizzare i pazienti ai nefrologi.

Inoltre, sarebbe ideale approfondire con studi clinici lo studio di biomarcatori per la diagnosi precoce di pazienti ad alto rischio di sviluppare DKD.

 

L’importanza di un approccio multidisciplinare

La diagnosi precoce e l’avvio tempestivo di terapie adeguate sono passaggi necessari per rallentare la progressione della malattia renale cronica e prevenire gli esiti avversi. È quindi indispensabile un approccio coordinato da parte di un team multidisciplinare che metta in atto un processo decisionale condiviso con i pazienti al fine di ottimizzare questi passaggi e garantire ai pazienti una terapia volta a ridurre la progressione della malattia renale cronica e migliorare gli esiti CV.

 

Prevenzione della malattia renale in pazienti con DMT2

Un approccio multidisciplinare è di fondamentale importanza per i pazienti con DMT2 poiché questo tipo di collaborazione aiuta a ridurre il rischio di sviluppare insufficienza renale cronica o il rischio di avanzamento della malattia. Infatti, i pazienti traggono molto vantaggio dall’essere al centro di un team multidisciplinare ben coordinato di operatori sanitari (HCP). Sebbene il diabete mellito di tipo 2 sia di per sé un fattore di rischio per lo sviluppo di insufficienza renale cronica, ulteriori fattori di rischio includono l’obesità, una dieta ricca di sale, l’ipercolesterolemia, l’ipertensione e uno scarso controllo glicemico. Un team multidisciplinare efficace può incoraggiare i pazienti con DMT2 ad apportare modifiche allo stile di vita che possano mitigare tali rischi.

Il team può includere specialisti nella cura del diabete, medici di base, infermieri, dietisti, specialisti dell'esercizio fisico, farmacisti, dentisti, podologi e professionisti della salute mentale. L’elemento essenziale per una collaborazione di successo tra il team e il paziente è la comunicazione; infatti, il team deve supportare e allo stesso tempo educare in modo efficace i propri pazienti sul rischio personale di malattia renale cronica. È essenziale che queste strategie di comunicazione siano implementate subito dopo la diagnosi di diabete. Un altro aspetto importante è la comunicazione chiara riguardo il fatto che il rischio può essere ridotto ma non eliminato del tutto.

 

Prevenzione della progressione della malattia renale in pazienti con DMT2

I pazienti con DMT2 che ricevono una diagnosi di malattia renale cronica (in particolare una diagnosi di CKD di stadio 3-5) probabilmente lavoreranno con un team che prevede uno specialista e continueranno a ricevere cure continuative dal proprio medico di medicina generale. L’espansione del team è probabilmente la situazione ideale. L’approccio multidisciplinare nella cura della malattia renale cronica è associato a risultati migliori per i pazienti con malattia in stadio avanzato rispetto ad altri approcci terapeutici.

Nella realtà dei fatti, poiché la malattia renale cronica si manifesta spesso in concomitanza con il diabete e con altre condizioni di comorbidità, la cura di questi pazienti è già tipicamente di natura multidisciplinare e gli operatori sanitari di base sono preparati per fornire un’assistenza olistica ai pazienti con malattia renale cronica da lieve a moderata.

La diagnosi precoce e la gestione tempestiva della malattia renale cronica sono necessarie per prevenirne la progressione e gli eventi CV. La diagnosi precoce, solitamente nell’ambito delle cure primarie, riduce il rischio di progressione e il rischio di richiedere una terapia sostitutiva, come dialisi o trapianto, che può avere implicazioni significative sullo stato di salute e sulla qualità di vita del paziente.

 

Conclusioni

La malattia renale cronica, così come il DMT2, è una condizione associata a conseguenze a lungo termine sulla salute e sulla qualità della vita dei pazienti.2LLa gestione del rischio è essenziale, insieme a un buon controllo della glicemia, per prevenire l’insorgenza e la progressione della DKD e per ridurre gli eventi cardiovascolari prematuri nei pazienti con diabete. È raccomandabile un team multidisciplinare di operatori sanitari per aiutare le persone con diabete di tipo 2 a ridurre le probabilità di contrarre la malattia renale cronica o per prevenirne il peggioramento.

 

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