L’asma è una malattia eterogenea con una notevole variabilità nel grado di severità, nei pathways di infiammazione e coinvolti nel raggiungimento del controllo in risposta ai trattamenti disponibili.¹
L’infiammazione nell’asma grave
L’infiammazione nell’asma coinvolge numerosi tipi di cellule, mediatori e vie immunitarie determinando la gravità della malattia.1 Sono stati caratterizzati più endotipi infiammatori – per citarne alcuni quello allergico ed eosinofilo.2,3
Asma grave: Le vie infiammatorie coinvolte
A seguito dell’esposizione a sostanze inquinanti o allergeni si ha l’attivazione dell’epitelio delle vie respiratorie a cui segue la produzione di citochine epiteliali che conducono all’infiammazione delle vie aeree e le manifestazioni cliniche tipiche dell’asma.1 L’infiammazione a sua volta determina le caratteristiche fisiopatologiche dell’asma e porta ad iperreattività delle vie aeree e ostruzione del flusso aereo.1
Nei pazienti con asma grave la produzione di citochine epiteliali porta all’attivazione di molteplici vie immunitarie a valle dell’epitelio tra cui:1
- infiammazione di tipo 2 (T2), tipicamente caratterizzata da infiammazione allergica e/o eosinofila;1
- meccanismi che possono coesistere con l’infiammazione T2, caratterizzati da infiammazione neutrofila o paucigranulocitica.1
Sebbene molti pazienti presentino un fenotipo di malattia T2, un gruppo considerevole manifesta meccanismi infiammatori diversi.3
In alcuni pazienti si assiste all’attivazione concomitante di pathways infiammatori sovrapposti. Non sempre il grado di sovrapposizione è noto; tuttavia, è probabile che in tali pazienti la malattia sia sostenuta dalla combinazione di diverse vie infiammatore.3
La predominanza di una via infiammatoria rispetto all’altra può cambiare nel tempo.4
In uno studio sui biomarcatori condotto su pazienti con asma grave, dopo 1 anno di follow-up si è osservato un cambiamento nel fenotipo in circa il 50% dei pazienti sulla base dei biomarcatori rilevati nell’espettorato.4
L’attivazione dell’epitelio e il rilascio delle citochine epiteliali può portare all’avvio di molteplici vie infiammatorie.5
Nell’asma grave la numerosità di tali pathways e le diverse possibilità di sovrapposizione possono implicare maggiori difficoltà nella diagnosi e trattamento.3
Uno studio statunitense ha dimostrato che circa un terzo degli adulti con asma grave mostrano sia un fenotipo allergico che eosinofilo (definito come eosinofili nel sangue >300 µL/cellule).3
Allo scopo di identificare trattamenti appropriati e migliorare la cura del paziente affetto da asma grave,sarebbe utile comprendere meglio le sovrapposizioni e driver comuni (come le citochine epiteliali) degli endotipi caratterizzanti l’asma grave 6
Una fenotipizzazione più precisa che si basi sulla clinica e sulla valutazione di meccanismi infiammatori alla base della patologia potrebbe essere utile per personalizzare gli approcci terapeutici individuali con più specifici interventi .7
Biomarker nell’asma grave
La caratterizzazione di biomarcatori dinamici, oggettivi e di valore diagnostico può aiutare ad identificare fenotipi ed endotipi dell’asma grave e favorire la scelta di un trattamento terapeutico appropriato. È importante, quindi, che i clinici siano in grado di interpretare i biomarcatori in modo efficace per migliorare gli outcome dei pazienti8.
Ad oggi sono disponibili vari biomarcatori di infiammazione T2-mediata, tra cui le IgE specifiche, gli eosinofili del sangue o dell’espettorato e l’ossido nitrico esalato (FeNO) e questi, tra gli altri, possono essere utilizzati nella pratica clinica per la fenotipizzazione dell’asma grave.8
- l livelli di IgE sieriche specifiche per un allergene, misurati tramite test ematico o skin prick test, sono più alti nei pazienti con asma allergico rispetto ai soggetti sani e possono essere utilizzati come misura surrogata per l'atopia.8,9
- Gli eosinofili nel sangue e gli eosinofili nell’espettorato sono marcatori surrogati dell’infiammazione eosinofila o infiammazione T2 e, tra le citochine che la caratterizzano, l’IL-5, ne media l’attivazione e la sopravvivenza.10 Questi risultano dei biomarcatori molto utili visto che i pazienti con una conta di eosinofili più elevata sono più predisposti a sperimentare una malattia grave e esiti di asma peggiori rispetto ai pazienti con una conta di eosinofili più bassa.11
- Il FeNO è un biomarcatore di infiammazione delle vie aeree correlato alle vie mediate da IL-13 e IL-4. 8 Queste citochine determinano una sovraregolazione dell’ossido nitrico sintasi inducibile (iNOS) nell’epitelio respiratorio e con conseguente aumento della produzione di ossido nitrico.10 Livelli elevati di FeNO sono correlati ad eosinofilia delle vie aeree nell’asma e indicano in generale un aumento dell’infiammazione T2 delle vie aeree.10
È importante notare che i livelli dei biomarcatori possono essere influenzati dai trattamenti in corso.9 Corticosteroidi inalatori e orali spesso sopprimono l’espressione dei biomarcatori dell’infiammazione pertanto, le valutazioni di eosinofili e FeNO andrebbero effettuate prima di iniziare un ciclo di OCS (breve o di mantenimento) o con la dose di OCS più bassa possibile.9
In ogni singolo paziente con asma, possono esserci evidenze di molteplici vie infiammatorie attivate e può essere difficile identificare un singolo endotipo predominante, il che limita ulteriormente il valore predittivo dei biomarcatori attualmente disponibili.12
Inoltre, attualmente non esistono biomarcatori prontamente disponibili nella pratica clinica che identifichino l’asma T2-indipendente. 13 I dati ottenuti dallo studio dei biomarcatori devono essere interpretati valutando parallelamente la sintomatologia riportata dal paziente, la funzione polmonare e l’iperreattività delle vie aeree.14