Malattie sessualmente trasmissibili e tumore alla prostata: un motivo in più per proteggersi

Le malattie sessualmente trasmissibili sono sempre più conosciute e discusse. Negli ultimi decenni la sensibilizzazione verso queste condizioni è cresciuta molto, basti pensare all’istituzione della Giornata mondiale contro l'AIDS, ricordata il 1 dicembre di ogni anno. È importante conoscere da vicino queste condizioni, per poter prevenire al meglio eventuali fattori di rischio che ne derivano. 

 

Il tumore alla prostata

La prostata è una ghiandola presente solo negli uomini situata di fronte al retto, appena sotto la vescica. La principale funzione della ghiandola prostatica è quella di produrre parte del liquido seminale che viene rilasciato durante l'eiaculazione.

Nelle prime fasi il cancro della prostata non presenta alcun sintomo. Successivamente le cellule tumorali, proliferando, formano una massa tumorale. È proprio quando le cellule presenti nella ghiandola iniziano a proliferare in maniera incontrollata, che ha origine il carcinoma prostatico. Dopo questo evento si originano i primi sintomi urinari:

  • difficoltà a urinare;
  • frequente bisogno di urinare;
  • dolore durante la minzione;   
  • presenza di sangue nelle urine.

La diagnosi avviene di solito in seguito alla visita urologica, che prevede esplorazione rettale e prelievo di sangue con controllo dell’antigene prostatico specifico (proteina PSA).

 

 

Un tumore diffuso

Nella popolazione maschile in Italia i tumori prostatici rappresentano circa il 20% del totale dei tumori diagnosticati nell'uomo e sono la terza causa di morte oncologica. Nel 2019 i casi diagnosticati erano 37.000; tuttavia, il cancro della prostata mostra un calo dell'incidenza del -1,4% annuo a livello nazionale, anche se permangono disomogeneità tra le varie regioni. L'incidenza di questo tipo di cancro rimane maggiore nelle regioni del Nord.

 

 

I fattori di rischio di tumore alla prostata

Il tumore alla prostata nella maggior parte dei casi non ha un esito grave, soprattutto se si interviene in tempo. Ad ogni modo, bisogna prestare attenzione ad eventuali fattori di rischio, che potrebbero aggravare il rischio di insorgenza della malattia, quali:

  • Predisposizione genetica. Si intende la presenza di mutazioni in alcuni geni come BRCA1, BRCA2, HPC1;
  • Dieta ricca di grassi saturi;
  • Obesità;
  • Sedentarietà;
  • Età>65 anni.

 

 

Le malattie sessualmente trasmissibili: un fattore di rischio spesso trascurato

Parlando di fattori di rischio, meritano una menzione particolare le infezioni sessualmente trasmissibili (IST), note anche come malattie veneree. Infatti, alcune evidenze hanno dimostrato come la contrazione di una IST possa facilitare la comparsa di tumore alla prostata.

Le IST sono un ampio gruppo di malattie infettive e possono essere trasmesse durante un rapporto sessuale. Possono essere causate da una serie di patogeni diversi, come batteri, virus, protozoi e parassiti.

Le più note e conosciute sono:

  • clamidia;
  • epatite B o C (HBV o HCV);
  • gonorrea;
  • herpes genitale (HSV);
  • HIV-Aids;
  • papilloma virus (HPV);
  • piattole; 
  • sifilide.

È bene ricordare che le IST non adeguatamente trattate possono causare gravi complicanze come, ad esempio, sterilità, complicazioni nel periodo di gravidanza, infezioni neonatali e sviluppo di tumori.
Nella prevenzione del tumore alla prostata è necessario quindi tener conto delle IST come possibili fattori di rischio modificabili per il tumore alla prostata.

 

 

IST e tumore alla prostata: le evidenze scientifiche

Sul tema del nesso di causalità tra insorgenza del tumore alla prostata e storia di malattie trasmesse per via sessuale sono stati svolti diversi studi.

  • Nel 2005 una metanalisi svolta in Inghilterra ha evidenziato come l'infezione e la conseguente infiammazione possono rappresentare un importante fattore di rischio nella patogenesi del cancro prostatico. Dopo aver analizzato i dati di più di 6.000 casi di tumore alla prostata, lo studio ha dimostrato l’esistenza di una probabilità maggiore di cancro alla prostata negli uomini con una storia di esposizione alla gonorrea, HPV o qualsiasi IST.
  • Uno studio prospettico del 2009 pubblicato su Journal of the National Cancer Institute ha dimostrato l'associazione tra tricomoniasi e rischio di cancro alla  prostata: lo studio è stato condotto su circa 700 uomini con tumore alla prostata ed i campioni hanno rivelato un leggero aumento di questo tumore tra gli uomini con storia di malattie sessualmente trasmissibili.
  • Un’ulteriore conferma arriva da un recente studio del 2020. Nei partecipanti a questo studio, sono stati identificati virus HPV ad alto rischio dello stesso tipo sia in tessuti prostatici normali sia benigni, ben prima dello sviluppo del cancro alla prostata HPV- positivo. Lo studio dimostra che le infezioni da HPV possono dare inizio all'oncogenesi della prostata in modo diretto o indiretto, attivando degli enzimi specifici. Gli HPV possono anche collaborare con altri agenti patogeni nell'oncogenesi della prostata.

 

 

Proteggersi dalle IST per ridurre le probabilità di carcinoma prostatico

L'importanza della prevenzione nei confronti delle IST è ormai nota, mentre le potenziali conseguenze a lungo termine di questo tipo di infezioni non sono così conosciute. Sicuramente su temi come l'incidenza del tumore alla prostata per la popolazione maschile e la presenza di fattori di rischio, come la famigliarità o l'età, non si può intervenire.
Tuttavia, è possibile ridurre il rischio di contrarre una IST durante un rapporto sessuale adottando comportamenti raccomandati come l'utilizzo del preservativo: questo potrebbe proteggere da condizioni o pericoli a lungo termine, proprio come lo sviluppo del tumore alla prostata. Ridurre il rischio di sviluppare un tumore alla prostata è quindi possibile, con le giuste accortezze.

 

 

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