La malattia renale cronica MRC o insufficienza renale cronica IRC è una malattia progressiva e irreversibile, spesso legata a fattori di rischio e patologie sottostanti come diabete e ipertensione, che nell’ultimo stadio richiede il ricorso alla dialisi e in fase terminale anche il trapianto d’organo.
L’evoluzione verso l’insufficienza renale grave e terminale non è automatica e non coinvolge tutti i pazienti, per questo diventa fondamentale riuscire a fare diagnosi precoce intercettando alterazioni della funzione renale per consentire la gestione più adeguata per controllare e rallentare la progressione della malattia
Definizione di malattia renale cronica
L’insufficienza renale è una condizione che si verifica quando i reni non funzionano più come dovrebbero. Questo significa che i reni non riescono più a filtrare ed eliminare nell’urina in modo efficace i prodotti di scarto del metabolismo e i liquidi in eccesso.
L’insufficienza renale può essere acuta e reversibile, oppure cronica, quando la funzionalità renale persiste a rimanere subottimale con un andamento progressivo e irreversibile.
La malattia renale viene definita cronica quando in un soggetto adulto si riscontra per almeno 3 mesi un filtrato glomerulare < a 60 ml/min/1,7m2 oppure un filtrato glomerulare > 60 ml/min/1,7m2 ma con evidenza di danno alla struttura renale. Alcuni indicatori del danno renale sono: albuminuria, alterazioni alle indagini di imaging renale, ematuria/leucocituria. Si definisce albuminuria la presenza di 30 mg o più di albumina nelle urine delle 24 ore opppure 30mg/g o più di albumina in un campione isolato di urina, corretto per la creatinina urinaria.
Quanto è diffusa la MRC
E’ una patologia molto diffusa. Si calcola che soffra di malattia renale cronica circa il 10% della popolazione mondiale e la percentuale tende ad aumentare con l’età fino a raddoppiare se si considerano i soggetti con più di 65 anni.
Secondo lo studio italiano CARHES (Cardiovascular risk in renal patients of the italian health examination survey) condotto dalla Società Italiana di nefrologia in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e l’associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri soffre di malattia renale cronica il 7% della popolazione italiana adulta con età compresa tra i 39 e i 70 anni, di questi il 7,5% è di sesso maschile e il 6,5% di sesso femminile.
Purtroppo questi numeri sono destinati ad aumentare nel tempo per diversi motivi, primo fra tutti l’invecchiamento della popolazione, dal momento che la ridotta funzionalità del rene è la conseguenza fisiologica del deterioramento nel tempo dell’organo, e il progressivo aumento dell’incidenza delle condizioni patologiche che favoriscono l’insorgenza della malattia renale cronica, come l’ipertensione, il diabete, l’obesità, lo scompenso cardiaco e la broncopneumopatia cronica.
Cause e fattori di rischio della MRC
La malattia renale cronica è nella maggior parte dei casi secondaria ad altre patologie, innanzitutto diabete e ipertensione. Si calcola infatti che 1 diabetico su 3 soffra di malattia renale cronica e che 1 paziente iperteso su 5 abbia insufficienza renale cronica. Diversi studi inoltre dimostrano una correlazione bidirezionale tra la patologie cardiovascolari e malattia renale cronica. Se da un lato i pazienti cardiopatici presentano un alto rischio di sviluppare MRC, i pazienti con insufficienza renale cronica sono ad alto rischio di sviluppare cardiopatie.
Oltre a queste esistono altre cause e fattori di rischio che possono favorire o essere responsabili dell’insorgenza di MRC:
Tra i fattori di rischio anche il fumo, l’obesità, l’avanzare dell’età e l’esposizione cronica a sostanze e farmaci nefrotossici.
Anche l’etnia rappresenta un fattore di rischio per la MRC. Gli africoamericani, gli ispanici, gli indiani d’america presentano un maggior rischio di MRC.
Sintomi della MRC
Nella maggior parte dei casi la MRC ha un esordio per lo più asintomatico. Possono non essere presenti dei veri e propri sintomi, ma la persona si sente molto stanca e ha una minore resistenza alla fatica.
Mano mano che la malattia renale cronica progredisce, il rene perde progressivamente la capacità di filtrare e quindi di eliminare i liquidi in eccesso e le sostanze di scarto con conseguente sbilancio tra gli elettroliti. Per questo motivo possono comparire gonfiore - edema - che può interessare le gambe, i piedi, le caviglie, meno frequentemente coinvolge le mani e il viso. Inoltre, può comparire anemia e la pressione arteriosa tende ad aumentare richiedendo un intervento medico.
Nelle fasi avanzate della malattia, in base alla severità del danno renale e alla perdita della funzionalità renale, possono presentarsi i seguenti sintomi:
Alcuni pazienti possono anche presentare alterazioni del metabolismo osseo e anche uno stato di malnutrizione.
Sintomi della MRC
L’evoluzione verso l’insufficienza renale grave non è automatica e non coinvolge in modo univoco tutti i pazienti. Alcuni pazienti rispondono in modo efficace agli interventi terapeutici e all’adozione di uno stile di vita appropriato, rallentando la progressione del danno renale e posticipando l’ingresso in dialisi.
Altri pazienti, invece, a causa di fattori intrinseci alla malattia renale iniziale e/o alla presenza di altre patologie croniche e altri fattori di rischio evolvono in tempi più o meno rapidi verso lo stadio terminale della MRC, con necessità di sottoporsi a una terapia sostitutiva della funzione renale (dialisi) o addirittura il trapianto.
Le diverse fasi della malattia sono state classificate in 5 stadi dalla National Kidney Foundation Kidney Disease Outcome Quality Initiative (NFK-KDQOI) che si basano sulla capacità del rene di svolgere la sua funzione di filtro, misurata come velocità di filtrazione glomerulare (VFG):
Dal terzo stadio in poi, la malattia si identifica con l’insufficienza renale cronica, ovvero con la progressiva e irreversibile riduzione della funzione renale.
La dialisi si rende necessaria quando il filtrato glomerulare scende sotto i 15.
Come si diagnostica la malattia renale cronica
Come detto, nelle prime fasi la malattia può presentare pochi, lievi o addirittura nessun sintomo, pertanto la prima evidenza può derivare da un esame del sangue e delle urine di controllo che possono mostrare valori alterati, in particolare la creatinina.
In seguito possono comparire alterazioni dei livelli ematici di acido urico, calcio, fosforo, bicarbonato, paratormone e può subentrare anche anemia.
Controlli periodici regolari del funzionamento dei reni andrebbero eseguiti se sono presenti uno o più fattori che aumentano la probabilità di sviluppare la malattia:
I primi esami da eseguire per diagnosticare l’insufficienza renale consistono in:
Una volta accertata l’insufficienza renale è bene rivolgersi a uno specialista nefrologo che valuterà le cause del danno renale e gestirà le fasi successive di approfondimento e di cura.
Per meglio valutare il danno renale potrebbe essere necessario sottoporsi anche ad alcuni esami strumentali come l’ecografia renale e dell’apparato urinario, la tomografia assiale computerizzata (TAC), la risonanza magnetica ed anche la biopsia renale.
Le complicanze della MRC
La malattia renale cronica proprio per la progressiva riduzione della funzionalità di un organo così importante come il rene può favorire la comparsa di diverse complicanze tra le quali:
Gestione della MRC
La malattia renale cronica è purtroppo una malattia a carattere progressivoTuttavia la diagnosi precoce e l’impostazione della più adeguata strategia terapeutica consentono di rallentare il peggioramento e la progressione verso gli stadi più avanzati.
La gestione della MRC prevede principalmente
Per quanto riguarda l’alimentazione, nel paziente con insufficienza renale è necessario limitare il consumo di sale, di proteine, di potassio, di fostato (carne rossa, latticini, uova, pesce) e anche gli alcoolici.